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Storia e Storie

Paolo ‘e Conca, matematico pitagorico “sul” marciapiede

Inserito da (Maria Abate), sabato 24 febbraio 2018 07:44:52

di Sigismondo Nastri

La campagna elettorale delle promesse: c'è di tutto e di più. Ma i soldi da dove si prendono?
Propongo di richiamare in vita Paolo 'e Conca (ad Amalfi c'è ancora qualcuno che lo ricorda) e di nominarlo ministro dell'Economia. Lui con i numeri ci sapeva fare.

Paolo di Conca. Più correttamente, Paolo ‘e Conca. Esistono di lui vecchie fotografie. Una l'ha pubblicata Angelo Tajani nel suo bel libro "Il monello di Amalfi" (la riproduco qui, certo che non se ne dorrà). E ne ha tracciato pure questo interessante profilo: "Avvolto in una pesante coperta che indossava a mo' di poncho sia d'estate che d'inverno, la barba ispida che gli copriva interamente il volto, i lunghi capelli unti e non ancora scuri, Paolo era il classico barbone che trascorreva le notti all'addiaccio, al riparo di un anfratto o di una delle tante grotte sparse qua e là lungo la costa. Di lui sapevamo ben poco, ad eccezione che era originario di Conca dei Marini, da dove, ogni giorno, veniva a piedi fino ad Amalfi. Il gradino del marciapiede, proprio sotto l'orologio, era diventato il punto di cui prendeva possesso ad una certa ora, allorché iniziava i suoi calcoli astronomici che attiravano come mosche al miele gli sfaccendati che trascorrevano le serate nei paraggi".

Chiarisco che l'orologio era quello posto all'angolo del marciapiede, proprio all'inizio dello stradone.
"Paolo - riprendo la descrizione dal libro di Angelo -, seduto per terra e sempre provvisto di un carboncino, cominciava a disegnare una miriade di segni geometrici che collegava tra loro, definendo i punti di congiunzione con il nome di strane costellazioni. Dava poi inizio all'esecuzione di calcoli che richiamavano la folla di curiosi, per la maggior parte bambini e ragazzi, che seguivano attentamente le operazioni cercando di decifrare i simboli algebrici e trigonometrici che man mano diventavano sempre più complicati mentre Paolo, con parole incomprensibili, sviluppava teoremi che comprendevano cifre che arrivavano a trilioni."
A distanza di 60/70 anni, la figura di Paolo 'e Conca mi rimane ben presente nella memoria. Ero tra i suoi spettatori più assidui là sotto l'orologio.
Ascoltando le tante dichiarazioni dei leader politici di oggi, amplificate dai media, mi rendo conto che di epigoni ne ha avuti parecchi. Perché fare promesse di miliardi e miliardi (riduzione di imposte, aumento di pensioni, piccole elemosine di 50 o 80 euro, contratti di lavoro improvvisamente tirati a lucido, opere pubbliche a non finire) non costa niente, è complicato trovare i soldi (ammesso che ci siano).
Sigismondo Nastri

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