Tu sei qui: Storia e StorieLa conquista di Amalfi ad opera di Lotario II e il ritrovamento delle Pandette di Giustiniano
Inserito da (Maria Abate), martedì 6 marzo 2018 13:08:35
Tempi tormentati per Amalfi quelli in cui Lotario II fu Imperatore del Sacro Romano Impero. Era il 1133 e la Chiesa viveva uno Scisma. Alla morte di papa Onorio II due gruppi di cardinali avevano eletto due papi diversi: dapprima Innocenzo II, poi Anacleto II, definito poi "antipapa". In un primo tempo Anacleto parve imporsi, e Innocenzo fu costretto a lasciare Roma e a riparare in Francia. Lotario venne corteggiato da entrambi i papi, e ambedue gli prospettarono la corona imperiale. Ma grazie, all'intervento di Bernardo di Chiaravalle, Lotario assicurò il proprio appoggio ad Innocenzo e scese in Italia alla testa di un piccolo esercito. Ma poiché non riuscì ad entrare in Vaticano, difeso dai partigiani di Anacleto, si fece incoronare imperatore nella basilica laterana da Innocenzo II, il 4 giugno 1133. Subito dopo fece ritorno in Germania, nonostante non fosse riuscito ad imporre il papato di Innocenzo, che poco dopo sarebbe stato scacciato da Roma da Ruggero II, principe di Salerno, che sosteneva Anacleto II e che proprio da costui fu incoronato re di Sicilia.
Nel 1135, risolti i problemi in patria, Lotario si mise in marcia verso l'Italia alla testa di un esercito molto più grande. E, con il sostegno di Innocenzo II, iniziò ad espugnare tutti i possedimenti del re normanno. Con l'appoggio dei pisani, l'Imperatore e il Papa conquistarono Amalfi, Scala e Ravello. Fu allora, racconta lo storico Pietro Giannone, che ad Amalfi furono ritrovate le Pandette di Giustiniano, di cui in Italia si era persa ormai memoria. Dell'Imperatore bizantino erano conosciute soltanto le Istituzioni e le Novelle, ma nelle Pandette - scrive Giannone - «racchiudesi il candore e la pulitezza delle leggi romane». A coloro che attribuiscono il ritrovamento delle Pandette a Melfi (per l'assonanza del nome con "Amalfi") o a Napoli (per orgoglio patriottico), Giannone ribadisce che è assai più logico che fossero state ritrovate ad Amalfi, nota per i suoi traffici con l'Oriente. «Ed in fatti comunemente si narra che per opera d'un mercante paesano, navigando in Levante, l'avesse quivi comprate, e nel suo ritorno ne avesse fatto un dono alla patria», scrive. Come premio per l'impresa sostenuta, spiega poi Giannone, i pisani chiesero a Lotario di ricevere proprio le Pandette e l'Imperatore gliel'accordò. Ma, prima, diede ordine che venissero lette pubblicamente a Bologna e insegnate insieme agli altri codici di Giustiniano nelle scuole.
Ancora oggi, presentate nella riproduzione anastatica del 1910, le Pandette possono essere ammirate nella raccolta museale dell'Arsenale della Repubblica di Amalfi.
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