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Cronaca

Limoni, economia, commercio, importazione

Limoni argentini spopolano sul mercato italiano. Attenzione all'etichetta, tuteliamo lo Sfusato Amalfitano

Abbiamo limoni buonissimi coltivati in terreni impervi da eroi contadini ed è bene tutelarli, scoraggiando il commercio dei limoni argentini

Inserito da (Maria Abate), martedì 29 ottobre 2019 10:58:45

L'Argentina è il leader mondiale nella produzione di limoni, nonché il maggior esportatore in Europa, Canada, Medio Oriente, Asia e Stati Uniti. E purtroppo, dei limoni argentini, ne facciamo uso anche noi, nonostante l'oro giallo che abbiamo in Costiera, quando acquistiamo succhi o dolciumi al supermercato.

Due le motivazioni, quelle dichiarate ufficialmente, che spingono la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) a importare limoni da Argentina e talvolta Uruguay.

  1. la prima è che la produzione italiana non sia sufficiente per il fabbisogno di tutto l'anno in Italia;
  2. la seconda è che in estate i limoni siciliani e amalfitani non sono succosi come nella fruttificazione invernale e non sarebbero, dunque, ideali a produrre bevande.

Motivazioni che vengono a cadere subito: chi abita in Costiera amalfitana o in Sicilia sa bene che i nostri limoni possono essere trovati tutto l'anno. Che lo Sfusato amalfitano sia meno succoso non è un problema. Non si butta via niente: una volta spremuto, possiamo condire la polpa e la buccia con sale, olio e pepe per poter degustare un'ottima insalata di limoni.

Vi siete mai chiesti quante tonnellate di carburante vengono impiegate per trasportare i limoni dall'Argentina in tutto il mondo? Quanto CO2 e quanto inquinamento si produce? Inoltre, colti verdissimi, vengono portati a maturazione anche dopo il distacco dall'albero attraverso prodotti chimici che poi ingeriamo. Affinché arrivino gialli e belli alle nostre tavole, i limoni argentini sono trattati con conservanti, pesticidi e fungicidi quali l'E904, per impedirne il deperimento dopo la raccolta (additivo suscettibile d'indurre allergie o reazioni di ipersensibilità); l'E914, cera polietilenica ossidata per lucidarli; l'Imazalil, pesticida che rende la buccia non edibile perché se ingerito danneggia fegato e sistema nervoso; l'Ortofenilfenolo, conservante potenzialmente tossico.

Sappiamo tutti che il limone di Amalfi IGP, nel seguire le regole del disciplinare, deve avere la buccia edibile e ciò significa niente trattamenti dopo la raccolta. E la buccia è ricchissima in oli essenziali che hanno un forte potere antivirale.

Per tutti questi motivi è bene stare attenti a leggere l'etichetta. Abbiamo limoni buonissimi coltivati in terreni impervi da eroi contadini ed è bene tutelarli, scoraggiando il commercio dei limoni argentini.

(Foto: ciboserio.it)

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