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Amalfi, Costiera amalfitana, macere, terrazzamenti, Unesco

Il 'Dry stone walling' della Costa d'Amalfi riconosciuto Patrimonio dell'Umanità Unesco

In Costiera Amalfitana le macere costituiscono il tipico paesaggio terrazzato, realizzato dall’uomo sia per fini abitativi che per scopi collegati all'agricoltura

Inserito da (Maria Abate), giovedì 29 novembre 2018 16:09:52

L'Unesco ha iscritto "L'Arte dei muretti a secco" nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell'umanità. Otto i paesi europei che hanno presentato la candidatura: l'Italia, la Croazia, Cipro, la Francia, la Grecia, la Slovenia, la Spagna e la Svizzera.

«L'arte del 'Dry stone walling' riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull'altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secco», spiega l'Unesco nella motivazione del provvedimento.

E in Costiera Amalfitana le macere costituiscono il tipico paesaggio terrazzato, realizzato dall’uomo sia per fini abitativi che per scopi collegati all'agricoltura.

«Le strutture a secco sono sempre fatte in perfetta armonia con l'ambiente e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l'uomo e la natura. La pratica viene trasmessa principalmente attraverso l'applicazione pratica adattata alle particolari condizioni di ogni luogo in cui viene utilizzata», spiega ancora l'Unesco.

I muri a secco, sottolinea l'organizzazione, «svolgono un ruolo vitale nella prevenzione delle slavine, delle alluvioni, delle valanghe, nel combattere l'erosione e la desertificazione delle terre, migliorando la biodiversità e creando le migliori condizioni microclimatiche per l'agricoltura».

La candidatura della pratica rurale dell'arte dei muretti a secco è stata portata avanti dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo in sinergia con il MAECI e con la Commissione nazionale Unesco. La decisione è stata approvata all'unanimità dai 24 Stati membri del Comitato, riuniti a Port Louis. È la seconda volta, dopo la pratica tradizionale della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, che viene attribuito questo riconoscimento a una pratica agricola e rurale.

«Un giusto riconoscimento a una tradizione che in Italia unisce da nord a sud la Valtellina e la Costiera Amalfitana, Pantelleria con le Cinque terre e in Puglia il Salento e la Valle d'Itria, realizzata e conservata nel tempo grazie al lavoro di generazioni di agricoltori impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe», commenta la Coldiretti.

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