Storia e StorieA Cetara il debutto di Eduardo Tartaglia come regista in “Il mare, non c'è paragone”

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A Cetara il debutto di Eduardo Tartaglia come regista in “Il mare, non c'è paragone”

Si basa su una situazione grottesca e paradossale il film girato a Cetara nel 2002, in cui un pescatore, costretto ad abbandonare la sua attività a causa della poca redditività, decide di diventare un trafficante di clandestini

Inserito da (Maria Abate), sabato 18 gennaio 2020 16:04:18

Si basa su una situazione grottesca e paradossale il film girato a Cetara nel 2002, in cui un pescatore, costretto ad abbandonare la sua attività a causa della poca redditività, decide di diventare un trafficante di clandestini.

Il mare, non c'è paragone è un film di Eduardo Tartaglia (che è anche il protagonista) con Sabrina Impacciatore, Carlo Buccirosso, Regina Bianchi, Aldo Giuffrè e Giuliana Lojodice.

Il pescatore Luciano Guarracino ha i suoi problemi a campare col poco che gli offre la pesca. Così decide di dedicarsi al mercato dei clandestini. La terra promessa diventa dunque l'Albania, davvero altro paese e altro mare. Solo che Luciano proprio non ha la stoffa. E persino l'unica sua sicurezza, la capacità di governare la barca, cade grottescamente in un naufragio disastroso. Luciano finisce in coma... Se solo riuscisse a risvegliarsi durante il collegamento in Eurovisione della trasmissione "Superenaletto", abbinata alla lotteria "Sveglia e Vinci", tutti i problemi suoi e del paese sarebbero risolti.

«Somaticamente tende a Enzo Decaro, ma Eduardo Tartaglia, nei suoi cromosomi artistici, è più inclinato verso afflati che evocano la figura e il cinema di Massimo Troisi. Non tanto nel lato solare, quanto nelle rughe di una malinconia tutta costiera (amalfitana). Dopo affastellati percorsi consumati su svariati palcoscenici, Tartaglia debutta nel lungometraggio davanti e dietro la macchina da presa. I limiti sono rintracciabili in una certa timidezza di sguardo e nella mancanza di complicità con i ritmi del montaggio del cinema», questa la recensione di Aldo Fittante, direttore del settimanale Film Tv.

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